Programmare è un po’ narrare

Durante l’hackmeeting di Roma del 2-3-4 Luglio 2010 presso il centro sociale “La Torre”, ho tenuto, insieme a Vito e Francesco,  il seminario  dal titolo “programmare è un po’ narrare”.
L’intento del seminario, che è il frutto di un lungo lavoro di ricerca di Stefano Penge dal titolo “Analisi linguistica degli artefatti digitali” è quello di verificare se il codice sorgente possa essere analizzato dal punto di vista stilistico, linguistico, sociologico.
La partecipazione è stata decisamente numerosa ed attiva e, tutto sommato, la maggior parte dei partecipanti sembravano concordare con un approccio di questo genere, che tra le altre cose, restituisce ai programmatori la loro dignità di creativi!
A conclusione del seminario è stata presentata la proposta di creazione di un museo del codice sorgente.

“Siamo alla fine del millennio scorso. Per caso, un esploratore si imbatte in un continente sconosciuto, di dimensioni vastissime. Strade, città e biblioteche, e nelle biblioteche milioni di testi, scritti non in una sola, ma in decine e decine di lingue diverse. Testi diversi di autori diversi, dedicati ai fini più differenti, cortissimi e enormi, scritti a più mani, criptati, fondamentali o inutili. Scritti per essere usati, per essere letti o per essere analizzati e insegnati. Da una prima analisi di questi milioni di testi, sembra di poter dire agli esploratori che ci sono stati periodi, scuole diverse, mode. Che aree diverse del continente hanno prodotto autori riconoscibili, che a loro volta hanno insegnato e influenzato altri autori. Di tutto questo, niente è mai stato raccontato, né qui da noi né altrove. Il continente di cui vogliamo parlare è quello dei codici sorgente dei programmi. Più di 50 anni di letteratura, più di 5000 lingue diverse. Un corpus di testi dalle dimensioni quantitative enormi: l’archivio su web più noto di software OpenSource, SourceForge.net, contiene quasi un milione di “libri” diversi relativi solo agli ultimi 5 anni. Eppure nessun’indagine, nemmeno di ricognizione, è stata condotta finora da un punto di vista linguistico, stilistico, retorico. Quello che stiamo cercando di fare è trovare un posto a questo continente all’interno della cartografia, accanto ai territori più noti in cui si sono incontrate (persone e) discipline tanto diverse come linguistica e informatica; poi cercheremo di capire il perché di questo lungo nascondimento, e proveremo a immaginare l’apocalissi, cioè di modi concreti di comunicare la nostra scoperta al mondo.”

Il seminario è la prosecuzione di quello che tenne Stefano Penge 10 anni fa durante l’hackmeeting di forte prenestino. Si chiamava “lo zen e l’arte della programmazione”

http://www.onlynx.it/hi/strumenti/zen.html

Durante questi 10 anni Stefano ha proseguito la sua ricerca ed ha trovato altri compagni di viaggio.


Alcune brevi clip video del seminario che abbiamo tenuto ad Hackmeeting 2010.
Hackmeeting 2010: programmare è come narrare? Il museo
hackmeeting 2010: programmare è come narrare? raccontare una storia con il
codice:

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