FLaCHi e il maestro unico

Recentemente ho avuto la fortuna di partecipare ad un progetto europeo per l’insegnamento della seconda lingua nelle scuole (FLaCHi Foreign Language for Children). Il progetto prevede l’insegnamento della seconda lingua attraverso l’uso di un gioco, da tavolo e on-line, il cui nome è Langopolis,
appositamente studiato, che si articola all’interno di un ambiente
(villaggio) che i bambini devono popolare (anche con oggetti da
costruire) con le loro storie.
Il metodo incentiva il lavoro di gruppo sia in presenza che a distanza.


Sebbene
i maestri e le maestre delle scuole slovene e italiane che hanno
partecipato al progetto avessero evidenziato le difficoltà di
sperimentare il metodo nel poco tempo a disposizione, al termine della
fase di sperimentazione i maestri hanno espresso la loro soddisfazione
per i successi di FLaCHi.

In particolare mi ha colpito il racconto (documentato da bellissimi video) di una maestra che asseriva che durante
le attività di FLaCHi cadevano i pregiudizi tra i ragazzi di
nazionalità differente e venivano meno le difficoltà comportamentali
dei bambini
.

Mi è
venuto in mente che attraverso l’adozione di un gioco del genere
(ops… intendo dire di un metodo del genere) si potrebbe insegnare
anche l’italiano ai bambini immigrati, oltre che la seconda lingua agli
alunni di lingua italiana.

Uscendo
dalla presentazione ho incontrato un amico maestro che mi ha parlato
della riforma Gelmini. Diceva che la riforma della Ministra Gelmini
riporterà indietro la scuola di decenni, colpendo in particolare le
scuole elementari che, anche secondo l’OCSE, sono le uniche scuole
italiane che hanno un livello di eccellenza.

Se questo è vero non lo so.
Quello che so è che è che attività come Langopolis, come molte delle
attività che fanno uso o sono legate alla tecnologia, in particolare se
collaborative, hanno bisogno di competenze complesse e capacità di
lavorare insieme che spesso una sola persona non possiede. In special
modo se si tratta di persone di età superiore ai 50. Quello che ci
hanno raccontato quegli insegnanti è che per utilizzare Langopolis c’e’
bisogno di tempo. Invece il mio amico maestro mi dice che la riforma
Gelmini (re)introduce il maestro unico e diminuisce le ore di lezione.

Mi domando quale fosse il senso delle 3 I della campagna per le scuole del precendete governo Berlusconi. Ricordate? Intenet, Inglese, Impresa.
Ed ecco l’illuminazione: forse delle 3 l’unica I che la ministra
Gelmini persegue è quella di Impresa. Nel senso di sminuire sempre di
più il sistema scolastico pubblico forse in favore di quello privato?

riferimenti:

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