E’ stato approvato il decreto Romani, che nonostante gli aggiustamenti sarà fonte certa di confusione e di censure preventive. Ma non è l’unica notizia di questi giorni che ci racconta di censure e menzogne dei nostri legislatori e media mainstream.
Si aggiungono infatti anche la censura del programma di Gad Lerner che voleva parlare della mega truffa messa in atto da Fastweb e Telecom, la decisione della RAI di sospendere i Talk Show estendendo le norme sulla par condicio (per quanto io odi i talk show è innegabile che si tratti di una censura bella e buona), e la menzogna del Tg1 a proposito della prescrizione del reato commesso dall’avvocato Mills che diventa assoluzione secondo i giornalisti della principale testata giornalistica radiotelevisiva italiana.
E che dire poi della sentenza del tribunale di Milano che condanna tre dirigenti di Google per violazione della privacy. Non bloccarono la pubblicazione di un video che mostrava un minore autistico. Si tratta del primo procedimento del genere al mondo. La sentenza introduce la responsabilità dei provider sui contenuti inseriti dagli utenti: anche in questo caso si spinge i provider ad applicare forme di censura preventiva.
Di seguito alcune fonti varie che trattano questi argomenti…
Il blog di Zambardino:
E’ passato il Romani: la rete sconfitta di misura
C’è aria di presa in giro: se l’AgCom resta arbitro-censore della rete per il livestreaming e per chiunque voglia fare una attività di tv regolare ma non commerciale, dove comunque una dichiarazione, anche se più leggera della registrazione è necessaria; se da oggi il presidente Calabrò dovrà occuparsi di tutela dei minori, in primis per la televisione ma, visto che i mezzi digitali sono equiparati, anche per internet; se le piattaforme come YouTubepotrebbero uscirne senza più la responsabilità di vigilare sui contenuti degli utenti (ma non è chiaro che sia così perché nel testo si parla, imprecisissimamente di “motori di ricerca”), ma comunque potrebbero essere trattate da tv commerciali tout court, come sembra capire all’articolo 4. Sembra salvo, nel senso che non c’è più, l’obbligo di rettifica, che sarebbe stato per molti blogger una deterrenza definitiva dallo scrivere di qualsiasi argomento non frivolo.
Da ZeusNews:
** APPROVATO IL DECRETO ROMANI, MOLTI I PUNTI NON CHIARI **
La versione definitiva allontana lo spettro della censura da blog e siti, anche se restano alcune "zone grigie" su cui è bene vigilare.
http://www.zeusnews.com/news.php?cod=11957
** TELECOM ITALIA CENSURA GAD LERNER SU LA7 **
Il programma L’Infedele non andrà in onda a causa di un veto di Telecom alla puntata sullo scandalo che la riguarda.
>> di Gualtiero Ripoldi
http://www.zeusnews.com/new
Dal blog dell’avvocato Giudo Scorza
Il “nuovo” Decreto Romani: meglio ma non bene.
Il Consiglio dei Ministri ha appena approvato il famigerato Decreto Romani.
Il nuovo testo è, sostanzialmente, analogo a quello precedente dal quale si differenzia per alcune importanti modifiche apportate all’art. 4 a proposito della definizione di “servizio media audiovisivo”…
Da Punto informatico.
Decreto Romani, modifiche approvate
Blog, motori di ricerca e siti Internet tradizionali sono esclusi dalla disciplina contestata. Dubbi per quanto riguarda la posizione di YouTube. Agcom resta sceriffo della Rete
Appello alla RAI e all’ordine dei giornalisti su Facebook…
La dignità dei giornalisti e il rispetto dei cittadini
Google, l’allarme di Rodotà
"Sentenza non diventi censura"
L’ex garante per la privacy commenta la condanna di tre dirigenti per il video delle percosse a un disabile: "Una lettura sbrigativa del provvedimento potrebbe rafforzare chi vuole imporre filtri alla rete"
Caso Vividown, l’intermediario è responsabile (da Punto Informatico)
La sentenza emessa dal Giudice di Milano condanna tre dirigenti di Google per violazione della privacy. Dichiarati colpevoli per un video postato nel 2006 che mostrava maltrattamenti ad un bambino disabile